ROMA\ aise\ – Dopo un breve passaggio in Commissione Affari Costituzionali, il ddl di riforma costituzionale che riduce a 600 il numero dei parlamentari – e da 18 a 12 gli eletti all’estero – è tornato questa mattina nell’Aula del Senato. Approvato, in prima deliberazione, dal Senato, e, senza modificazioni, in prima deliberazione, dalla Camera, il testo non è più modificabile, dunque in questo passaggio a Palazzo Madama, dopo la discussione generale iniziata oggi, il ddl sarà sottoposto solo alla votazione finale per l’approvazione nel suo complesso.
Primo ad intervenire dopo la relazione del senatore Calderoli (Lega), relatore del provvedimento, è stato Raffaele Fantetti, eletto con Forza Italia in Europa.
“Voglio far notare a quest’Assemblea, ancora una volta, un fenomeno molto poco conosciuto dai media italiani e, cioè, che, a fronte di alcune migrazioni verso il nostro Paese, è in atto da circa quindici anni una vera esplosione migratoria in uscita dal nostro Paese, che ha portato a un aumento degli iscritti all’anagrafe degli italiani residenti all’estero (AIRE) che oramai ha sfiorato i 5.500.000 membri”, ha esordito il senatore. “Stiamo parlando quindi del 10% della popolazione italiana, un dato peraltro molto sottostimato perché abbiamo dimostrato, più volte, in questa Aula che nei dati ufficiali delle autorità dei Paesi in cui tanti italiani risiedono questo numero è sottostimato. In realtà, sono molti di più. Parliamo del 10 per cento della popolazione italiana che vive all’estero. Sono cittadini italiani con diritti politici che conseguono dalla cittadinanza italiana, ma che risiedono all’estero. Non lo hanno fatto per scelta, ma per costrizione e lo hanno fatto come i loro padri e i loro nonni, che sono stati costretti ad andare all’estero per trovare una soluzione di vita migliore. L’eccezionalità dell’emigrazione italiana andata in tutti i Paesi del mondo da oltre due secoli ha avuto un riconoscimento istituzionale in queste Aule con l’istituzione della circoscrizione estero”.
“Si tratta quindi – ha aggiunto – di un riconoscimento dei diritti politici finalmente intervenuto negli anni 2000 e 2001 con due leggi di riforma della Costituzione che hanno dato una rappresentanza specifica a questa platea. Ripeto che a fronte di un calo demografico di questo Paese (che pure il relatore si è scordato di considerare), c’è un’esplosione degli iscritti all’Anagrafe degli italiani residenti all’estero (AIRE), quindi la proporzionalità, che è estremamente discriminatoria, tra rappresentanti nel Parlamento della circoscrizione estero e la platea di italiani all’estero va peggiorando di giorno in giorno: alla fine di questa giornata qualche centinaio di italiani iscritti all’AIRE che avranno abbandonato questo Paese in base alla riforma in discussione non avrà la possibilità di avere rappresentanti nelle istituzioni. Infatti, il taglio lineare del 33 per cento viene applicato alla platea dei rappresentanti a circoscrizione estero, che è già estremamente discriminata e i numeri citati per l’Italia sono completamente diversi da quelli che abbiamo noi italiani all’estero. Immagino peraltro che noi sei senatori eletti all’estero voteremo compatti contro questa riforma, nel rispetto di quanti ci hanno votato, e rappresentiamo una platea almeno tripla di quella che rappresentano i colleghi in Italia. Il taglio interviene su un numero già molto discriminatorio che diventerebbe quasi doppio, con un effetto nelle diverse ripartizioni, in particolare in Europa dove risiedono 3,1 milioni di italiani, che avrebbero un rappresentante nel Senato della Repubblica”.
“Pertanto – ha argomentato il senatore azzurro – sinceramente quella simpatica proposta che fece qualche pensatore del MoVimento 5 Stelle di sorteggiare i rappresentanti parlamentari forse potrebbe tornare utile, perché per avere un rappresentante in quest’Assemblea, che non è composta da nominati ma da eletti, che rappresenterebbe 3,1 milioni italiani (e questo numero continuerà ad aumentare) i quali hanno gli stessi diritti di cittadinanza di tutti gli altri cittadini italiani ma sono all’estero, forse converrebbe estrarlo a sorte, perché altrimenti l’unico effetto che si ha è che verrà eletto il più ricco, perché una campagna elettorale su una platea di quel genere può essere solo intrapresa da qualcuno che hai enormi risorse. Vi sfido quindi a dirci quali sono i vantaggi economici di questa riforma rispetto al taglio lineare sulla circoscrizione estero: due posti in meno, in non mi sembra che possiate veramente vantarvi di una cosa del genere. Non vi è poi nessun effetto in termini di efficienza dei lavori parlamentari, anzi si perde. L’effetto politico, su cui bisognerà veramente riconoscervi una certa coerenza, è quello di togliere alla rappresentanza degli italiani all’estero ogni capacità di azione; si tratta di un effetto politico che questa maggioranza sta ahimè cercando e con una certa efficacia riuscendo a imprimere sui lavori di questa legislatura fin dall’inizio”.
“Avete abolito il Comitato per le questioni degli italiani all’estero, l’unica istituzione presente in questo ramo del Parlamento dedicata agli italiani all’estero, che era in vigore da tre legislature”, ha accusato Fantetti. “È una vergogna assoluta che quest’Assemblea e questa maggioranza abbiano ritenuto di annullare l’eredità dei lavori del Comitato per le questioni degli italiani all’estero di tre legislature, sostituendolo con una indagine conoscitiva sul fenomeno degli italiani all’estero, peraltro non ancora partita. Io vi sfido a immaginare se nei vostri territori arrivasse qualcuno a dirvi che in rappresentanza del 10 per cento della popolazione, invece dei rappresentanti parlamentari e delle Commissioni in cui si discutono di questi interessi, si pensa di fare un’indagine conoscitiva. Facciamo un’indagine conoscitiva sui siciliani, facciamo un’indagine conoscitiva sui campani, che sono pur sempre 5 milioni e mezzo di persone, come gli italiani all’estero. È vergognoso. Però è molto coerente con il vostro disegno politico, che è chiaro: togliere ai cittadini italiani residenti all’estero i loro diritti politici”.
“Vi segnalo peraltro e segnalo anche al relatore che, nella furia devastatrice di questo disegno, siete incorsi – l’avevamo già detto nella discussione al primo passaggio in Aula qui al Senato e anche in dichiarazione di voto, un voto che da parte nostra è sempre stato coerentemente contrario – in un errore marchiano, perché avete violato i principi che informano l’ordinamento costituzionale italiano”, ha detto ancora Fantetti. “Avete violato il principio di rappresentanza democratica, avete violato il principio di uguaglianza tra i cittadini, avete violato il principio di ragionevolezza delle norme, avete violato il principio di proporzionalità tra mezzo e fine della rappresentanza. Ho citato quattro principi che sono cardinali rispetto alla Costituzione italiana fin dai tempi dei costituenti, se vogliamo fare una differenza, esimio relatore, tra i costituenti e i successivi legislatori (differenza che giuridicamente non c’è), e che informano l’attività di controllo della Corte costituzionale, che noi cercheremo di adire, come pure porteremo all’attenzione del garante massimo dell’ordinamento istituzionale italiano e dei principi che lo informano, cioè il Presidente della Repubblica, la violazione palese per quanto riguarda la circoscrizione estero, con un taglio di questo genere: quattro senatori e otto deputati in rappresentanza del 10 per cento della popolazione. Vi segnalo – ha concluso – che la Costituzione italiana e l’ordinamento giuridico italiano non discriminano i cittadini in base alla residenza; non li discriminano in base alla razza e alla religione, ma neanche in base alla residenza. Quindi questa è una violazione palese di tre o quattro principi generali dell’ordinamento costituzionale italiano e noi la faremo valere. Questo disegno di distruzione dei diritti politici degli italiani all’estero che state portando avanti non andrà fino alla fine”. (aise)
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