Con la firma di S.E. il Presidente della Repubblica Napolitano, entrerà prossimamente in vigore la legge sugli Incentivi fiscali per il rientro dei lavoratori in Italia approvata dal Senato lo scorso 23 Dicembre 2010. Come relatore, in Commissione Finanze-Tesoro ed in Assemblea generale, nonchè quale eletto della Circoscrizione Estero,sono felice e fiero di aver decisamente contribuito alla sollecita approvazione di un provvedimento dotato di alcune rimarchevoli caratteristiche specifiche.
Innanzi tutto si tratta di una legge di iniziativa parlamentare, come solo l’1% in media del totale dei provvedimenti delle ultime legislature. Molto si discute sul tema dei rapporti Governo-Parlamento nell’ambito delle dinamiche tipiche di una moderna e complessa societa’ democratica. La necessita di garantire l’azione dell’esecutivo nell’ambito di un sistema legislativo perfettamente bicamerale ha come conseguenza una abnorme preponderanza nell’attività parlamentare di Decreti da convertire.
La soluzione -appare ovvio- passa per una radicale modifica dei Regolamenti parlamentari ma certo non aiuta che questa sia una delle battaglie più impervie ed impopolari (nel senso, difficili da spiegare) che un Governo possa pensare di fare! A meno di non poter condividere la sostanza dell’iniziativa con una buona parte della minoranza.
E questa e’ proprio un’altra delle caratteristiche specifiche della legge 2212 che ci piace mettere in luce: il consenso quasi unanime (con la sola eccezione del gruppo di Futuro e Liberta’) ottenuto dal provvedimento sia alla Camera che al Senato. La storia della Repubblica – l’unica, dato che la Costituzione e’ sempre rimasta unica !- e’ basata su nette divisioni.
Contrapposizioni non solo endogene di tipo politico-ideologico, ben spiegabili in base al crollo del precedente regime fascista, alla sconfitta nella Seconda guerra mondiale ed al calare della cortina di
ferro. Eppure, il nostro mirabile Paese ha saputo – di tanto in tanto – concordare qualche importante passaggio senza trovarsi in seguito a dolersene: penso in primis proprio al corpus della nostra Carta costituzionale o alla legislazione contro l’emergenza Terrorismo e/o, più di recente, quella contro le mafie, le iniziative per consentire la partecipazione dei nostri militari in missioni internazionali o quelle dirette alla c.d. “Altra Italia” ovvero alla platea degli Italiani all’estero.
In questo ultimo filone si rinviene la terza particolare caratteristica della Legge 2212, cioè la capacita di far convergere intorno agli interessi di legittima rappresentanza degli Italiani residenti al di fuori dei confini nazionali del consenso della stragrande maggioranza delle forze presenti in Parlamento. E’ stato così nel 2000-2001 quando, dopo quasi un secolo di colpevole incuranza nei confronti di un fenomeno migratorio che non ha eguali nel mondo, si e’ provveduto ad iscrivere finalmente questa realtà nella nostra legislazione costituzionale ed ordinaria. Ed e’ rimasto così anche in occasione dell’approvazione, a dieci anni di distanza, di un altro provvedimento diretto agli Italiani all’estero!
La ragione, ai nostri occhi, e’ presto spiegata: tutti hanno parenti – piu’ o meno diretti – emigrati prima o poi da qualche parte all’estero! Ed infatti, la Circoscrizione Estero elegge, dal 2006, una rappresentanza di 18 parlamentari (12 deputati e 6 senatori) sempre divisi piuttosto equamente tra le diverse forze politiche. E questo dato e’ tanto più significativo in quanto la loro elezione viene effettuata con il meccanismo delle preferenze nominali che – al di la dei difetti tipici di questo sistema, all’estero come, eventualmente, in Italia- ha portato quasi sempre all’elezione di candidati che non risultavano come capolista.
Per essi, e’ a nostro avviso interessante considerare che il c.d. Vincolo di Mandato potrebbe essere considerato, da un lato come stringente in quanto eletti in liste con specifici simboli ed espressa indicazione del candidato premier (cioe’ in base all’essenza della c.d. Seconda Repubblica) ma,dall’altro lato, anche più “lasco” in quanto legittimati ad personam direttamente dal corpus elettorale (e non dal partito che li ha inseriti in idonee posizioni nelle liste elettorali)!
A loro, agli eletti della Circoscrizione Estero, dovrebbe in tal caso confacersi maggiormente un comportamento parlamentare in grado di rappresentare in modo più coeso ed efficace gli interessi comuni della specifica comunità che li ha eletti: un modello, se ci e’ permesso di azzardare un paragone, più vicino a quello della rappresentanza della SVP nel parlamento italiano. Un esempio storicamente di successo nell’ottenimento di risultati parlamentari significativi per il territorio che potrebbe, ad esempio, portare presto gli eletti del collegio estero ad ottenere la sospirata “Commissione bicamerale per le questioni degli Italiani all’estero”. L’unico foro istituzionale utile, a nostro avviso, per promuovere quelli che tutti noi consideriamo i legittimi interessi dei nostri elettori ovvero migliori servizi consolari, difesa della lingua e dell’immagine italiana nel mondo, gestione delle migrazioni, ausilio al turismo, al commercio ed alla cultura.
Un’ultima caratteristica specifica che ci piace ricordare della legge 2212 consiste nell’essere rivolta ai giovani (laureati nati dopo il 1969) ed essere stata promossa in Parlamento da diversi quarantenni Deputati ( Letta, Lupi, Vaccaro, De Girolamo, Mosca, Germana’, Garavini, Di Biagio…) e Senatori (come il sottoscritto, Sanna, De Lillo, Stradiotto), a testimonianza di una coscienza e conoscenza delle problematiche giovanili da parte di un’intera generazione già ‘ presente all’interno delle massime istituzioni rappresentative italiane.
In conclusione, un provvedimento certamente limitato (e per questo verificheremo da vicino la tempistica emanazione dei Decreti esecutivi) ma concreto e significativo, per il quale va ribadita la sincera gratitudine, da parte dei molti che hanno a cuore le sorti dei Giovani Italiani all’estero, nei confronti di coloro che l’hanno reso possibile.
Sen. Raffaele Fantetti
23/12/2010
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